Dopo la chetogenica si riprende peso?

06/03/2024
Dopo la chetogenica si riprende peso?

La dieta chetogenica ha guadagnato popolarità per la sua efficacia nella perdita di peso e nel miglioramento della salute metabolica. Diversi studi (Anderson et al. 2001, Moreno et al.2016) suggeriscono che coloro che seguono questa dieta tendono a mantenere il peso meglio rispetto a chi adotta una dieta ipocalorica bilanciata (HBD). Tuttavia, è importante sottolineare che non tutti coloro che intraprendono la chetogenica mantengono i risultati a lungo termine. Diversi fattori possono influenzare questa variabilità, e i principali sono: il supporto da parte di professionisti della nutrizione e la fase di reintroduzione dei carboidrati.

 

Il Cruciale Supporto Professionale: Un Pilastro Indispensabile

La prima ragione per il recupero di peso post-chetogenico spesso risiede nella carenza di un follow-up professionale accurato e continuo. Affrontare la dieta chetogenica richiede più di una semplice adesione iniziale al protocollo; è un percorso complesso che necessita di monitoraggio costante e consulenza specializzata.

Numerose ricerche evidenziano che il supporto di esperti in nutrizione è cruciale per il successo sostenibile della dieta chetogenica (Gibson et al., 2017). La mancanza di un follow-up professionale può contribuire al recupero di peso a lungo termine (Bueno et al., 2013).

Gli esperti in nutrizione specializzati in protocolli chetogenici possono personalizzare la dieta in base alle esigenze individuali, gestendo eventuali carenze nutrizionali e prevenendo effetti collaterali indesiderati. Il supporto professionale si estende anche all'aspetto psicologico, fornendo sostegno emotivo e aiutando i pazienti a gestire eventuali sfide legate alle abitudini alimentari e allo stile di vita.

 

La Fase di Reintroduzione dei Carboidrati: Un Momento Cruciale nella Transizione al Benessere Duraturo

La "reintroduzione dei carboidrati" o "transizione" costituisce un passaggio cruciale nel percorso chetogenico, rappresentando un vero e proprio ponte verso un benessere a lungo termine. Questa fase non solo consolida i risultati ottenuti durante la fase di restrizione di carboidrati, ma svolge un ruolo determinante nell'educazione dei pazienti verso una dieta personalizzata bilanciata di mantenimento.

Durante la reintroduzione dei carboidrati, l'attenzione si sposta dall'eliminazione totale dei carboidrati verso una gestione oculata e consapevole di questa componente nutrizionale. Un aspetto fondamentale di questa fase è il monitoraggio attento della risposta individuale ai carboidrati, considerando fattori come la tolleranza glucidica, l'attività fisica e le esigenze energetiche specifiche. (Brouns et al., 2005).

Questa transizione graduale è mirata a evitare bruschi cambiamenti metabolici e a preparare il corpo a gestire nuovamente una maggiore varietà di fonti di energia. Gli esperti in nutrizione svolgono un ruolo chiave nel guidare i pazienti attraverso questa fase, adattando le quantità e i tipi di carboidrati in base alle risposte individuali e alla situazione metabolica.

Inoltre, la reintroduzione dei carboidrati è un momento di apprendimento prezioso per i pazienti. Questa fase non solo consolida i cambiamenti fisici, ma educa anche sulla pianificazione di pasti equilibrati, sulla scelta di alimenti nutrienti e sulla gestione delle porzioni. La consapevolezza alimentare sviluppata durante questa fase contribuisce significativamente a mantenere un peso sano e a promuovere uno stile di vita equilibrato a lungo termine. (Brand-Miller et al., 2002).

 

Scelte Alimentari Intelligenti: Indice Glicemico e Carico Glicemico

Un aspetto cruciale durante la reintroduzione dei carboidrati è la selezione attenta e ponderata di alimenti basati sull'indice glicemico (IG) e sul carico glicemico (CG). Questa fase richiede una consapevolezza approfondita degli impatti fisiologici dei diversi carboidrati sull'organismo, mirando a evitare picchi eccessivi di insulina e a mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue. (Brouns et al., 2005)

L'indice glicemico misura la velocità con cui un particolare alimento aumenta i livelli di zucchero nel sangue. Optare per alimenti a basso IG è essenziale durante la reintroduzione dei carboidrati, poiché questi provocano un aumento graduale della glicemia, aiutando a prevenire picchi insulinici eccessivi. (Ludwig et al., 1999) Verdure a foglia verde, legumi e cereali integrali sono esempi di alimenti a basso IG che possono essere gradualmente reintrodotti.

Il carico glicemico, invece, tiene conto sia della quantità che dell'effetto glicemico di un alimento. Questo parametro fornisce una visione più completa dell'impatto del cibo sui livelli di zucchero nel sangue. Durante la fase di reintroduzione, scegliere alimenti con basso carico glicemico significa garantire un apporto di carboidrati in quantità adeguate, evitando eccessi che potrebbero compromettere gli sforzi di perdita di peso.

 

Un Percorso Sostenibile e Consapevole con Dietamedicale

Mentre la dieta chetogenica dimostra la sua efficacia nella perdita e nel mantenimento del peso, è nel percorso di transizione che si gioca la carta cruciale per un successo a lungo termine. La reintroduzione dei carboidrati, parte integrante di questo percorso, richiede attenzione e personalizzazione, con una luce particolare sulla gestione intelligente degli alimenti durante la transizione verso una dieta bilanciata di mantenimento.

Il metodo dietamedicale non solo si concentra sulla restrizione di carboidrati, ma considera anche attentamente il processo di reintroduzione. Gli esperti in nutrizione personalizzano la transizione, guidando i pazienti nella scelta oculata di alimenti a basso indice e carico glicemico. Questo approccio mirato promuove una maggiore consapevolezza nutrizionale e svolge un ruolo cruciale nel consolidare i risultati ottenuti, favorendo il consolidamento dei risultati ottenuti ed evitando allo stesso tempo il riacquisto del peso perduto nelle fasi più intensive.

 

Bibliografia:

J W Anderson, E C Konz, R C Frederich, C L Wood. Long-term weight-loss maintenance: a meta-analysis of US studies. Am J Clin Nutr. 2001 Nov;74(5):579-84.

Basilio Moreno,  Ana B Crujeiras, Diego Bellido, Ignacio Sajoux , Felipe F Casanueva. Obesity treatment by very low-calorie-ketogenic diet at two years: reduction in visceral fat and on the burden of disease. Endocrine. 2016 Dec;54(3):681-690.

Gibson, A. A., Seimon, R. V., Lee, C. M., Ayre, J., Franklin, J., Markovic, T. P., ... & Sainsbury, A. (2017). Do ketogenic diets really suppress appetite? A systematic review and meta-analysis. Obesity Reviews, 18(5), 545-554.

Bueno, N. B., de Melo, I. S., de Oliveira, S. L., & da Rocha Ataide, T. (2013). Very-low-carbohydrate ketogenic diet v. low-fat diet for long-term weight loss: a meta-analysis of randomised controlled trials. British Journal of Nutrition, 110(7), 1178-1187.

Brouns, F., Bjorck, I., Frayn, K. N., Gibbs, A. L., Lang, V., & Slama, G. (2005). Glycaemic index methodology. Nutrition Research Reviews, 18(1), 145-171.

Ludwig, D. S., Majzoub, J. A., Al-Zahrani, A., Dallal, G. E., Blanco, I., & Roberts, S. B. (1999). High glycemic index foods, overeating, and obesity. Pediatrics, 103(3), E26.

Brand-Miller, J. C., Holt, S. H., Pawlak, D. B., & McMillan, J. (2002). Glycemic index and obesity. The American Journal of Clinical Nutrition, 76